Dopo l'approvazione da parte del Parlamento Europeo è in corso di pubblicazione la nuova Direttiva per l'efficienza energetica che abrogherà la Direttiva 2002/91/CE, a partire dal 1° febbraio 2012.
La nuova Norma prevede che dal 2020 debbano essere costruiti solamente edifici che posseggano standard di risparmio energetico elevati e che impieghino fonti rinnovabili.
Per quanto riguarda gli edifici pubblici, tali norme si applicheranno a partire dal 2018.

La nuova Direttiva stabilisce i requisiti minimi per la
prestazione energetica degli edifici di nuova costruzione ed i criteri per la loro applicazione negli immobili esistenti.
Questi ultimi, dovranno essere ristrutturati, ove possibile, per migliorarne la resa energetica effettuando eventualmente la sostituzione degli impianti per il riscaldamento, per l'acqua calda sanitaria e per la climatizzazione e adottando nello stesso tempo soluzioni alternative ad alta efficienza, quali le pompe di calore.
La Normativa richiederà, inoltre, ispezioni regolari agli impianti.
 
Gli Stati membri dovranno recepire tali indicazioni tramite Leggi interne, che possono prevedere anche limiti più stringenti di quelli stabiliti dalla Norma comunitaria.
I requisiti minimi verranno inoltre rivisti ogni 5 anni per essere adeguati ai progressi tecnici del settore edile.
Sono esclusi dall'applicazione delle Norme solo gli edifici tutelati per il loro valore storico o architettonico, i luoghi di culto, i fabbricati temporanei, le officine, gli edifici agricoli ed i fabbricati indipendenti su superficie inferiore ai 50m2.
Una parte dei finanziamenti necessari per queste innovazioni arriverà dal bilancio dell'Unione Europea.

La nuova Direttiva delinea anche un quadro comune per il calcolo della prestazione energetica degli edifici, al quale i singoli Stati dovranno adeguarsi.
Il calcolo è basato sulle caratteristiche termiche dell'edificio (capacità termica, isolamento, riscaldamento passivo, ponti termici) e degli impianti di riscaldamento, produzione di acqua calda sanitaria, condizionamento e illuminazione; sono considerati anche l'orientamento geografico dell'edificio, i sistemi solari passivi e le schermature solari.
 
Il calcolo della prestazione energetica sarà differenziato in base alla tipologia di edificio (villette, condomini, uffici, scuole, ospedali, alberghi, impianti sportivi, centri commerciali…).

Entro il 30 giugno 2011 la Commissione pubblicherà un quadro metodologico, con distinzione tra edifici nuovi ed esistenti e per le diverse tipologie edilizie, per individuare i livelli ottimali di prestazione energetica degli edifici in funzione dei costi.
L'obbligo di dotazione del
certificato energetico viene quindi confermato.
Il certificato, valido per 10 anni, dovrà comprendere la prestazione energetica dell'edificio ed i valori di riferimento, e potrà contenere informazioni supplementari per il miglioramento della prestazione energetica, in relazione ai costi.
La certificazione energetica e l'ispezione degli impianti dovranno essere effettuati in maniera indipendente da professionisti accreditati.
Anche i sistemi di controllo dei certificati e dei rapporti degli impianti dovranno essere indipendenti.
Le nuove norme aiuteranno i consumatori a contenere i consumi e l'Unione Europea a centrare l'obiettivo della riduzione del 20% di energia, al fine di limitare i cambiamenti climatici.
Si noti al riguardo come gli immobili consumino circa il 40% dell'energia totale dell'Unione e costituiscano la più grande fonte di emissioni di CO2 in Europa.