Verifica termoigrometrica in regime dinamico delle pareti

 
In una nuova costruzione o in un edificio esistente oggetto di riqualificazione energetica con posa di un isolamento termico, quando non viene superata la verifica alla formazione di condensa interstiziale in regime statico, occorre procedere alla verifica in regime dinamico come disposto dalla UNI EN 15026.









 


 


 

Negli edifici di nuova costruzione, o quando uno esistente viene riqualificato con un intervento di isolamento termico, per normativa occorre redigere la ex Legge 10/91. Questa prevede l’analisi delle nuove stratigrafie murarie con la verifica termoigrometrica di Glaser per scongiurare la formazione di condensa interstiziale in regime statico.

Se questa verifica non viene superata si procede, secondo la norma UNI EN 15026, ad una verifica più puntuale, cioè in regime dinamico. Questo è un metodo sofisticato basato su un’analisi dinamica della migrazione del vapore per avvicinarsi alla simulazione del comportamento reale del fenomeno.

 
Cosa prevede la normativa vigente?

L’allegato al decreto Regione Lombardia n.64801 del 30/07/2015, specifica2 che, nel caso di intervento che riguarda le strutture delimitanti il volume climatizzato verso l’esterno, si procede, in conformità alla normativa tecnica vigente (UNI EN ISO 137883), alla verifica di assenza di condensazioni interstiziali.
 
Nell’agosto 2016, il Ministero dello sviluppo economico, con il supporto tecnico di ENEA e CTI, ha pubblicato un documento4 di chiarimento in materia di efficienza energetica, nel quale, al punto 2.24, chiarisce che nelle verifiche termoigrometriche si prevede la possibilità di utilizzare metodi dinamici, più raffinati, consentiti dalla stessa UNI EN ISO 13788.
 
Infatti la norma UNI EN ISO 13788 propone metodi di calcolo semplificati che forniscono in genere risultati cautelativi; la stessa norma però stabilisce che, se una struttura non risulta idonea, possono essere utilizzati metodi più accurati che ne dimostrino l’idoneità.

 
Perchè la prova dinamica è più precisa?
 
Metodi più precisi sono indicati nella norma UNI EN 150265, in cui si affronta il modello di migrazione del vapore in regime dinamico, modello utile nel caso di isolamento termico di strutture dall’interno o in intercapedine. In questo modello vengono prese in considerazione altre variabili tra cui la capillarità e la capacità igroscopica dei materiali, l’influenza dell’irraggiamento e della pioggia, il comportamento dell’utenza, ecc.

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Visita anche le sezioni:
> L
egge 10/91
1. Disposizioni in merito alla disciplina per l’efficienza energetica degli edifici e per il relativo attestato di prestazione energetica a seguito della DGR 3868 del 17/07/2015 redatta in conformità ai principi fondamentali fissati dalla Direttiva europea 2010/31/EU del 19 maggio 2010 e dal Decreto legislativo 19 agosto 2005 n.192 e s.m.i.,
2. al punto 5.3 (requisiti comuni a tutte le tipologie di intervento)
3. Prestazione igrotermica dei componenti e degli elementi per l’edilizia – Temperatura superficiale interna per evitare l’umidità superficiale critica e condensazione interstiziale – Metodo di calcolo;
4. “Chiarimenti in materia di efficienza energetica in edilizia al Decreto 26 giugno 2015” (Decreto requisiti minimi, ripreso dallo stesso Decreto regionale n.6480);
5. Prestazione termoigrometrica dei componenti e degli elementi di edificio, valutazione del trasferimento di umidità mediante una simulazione numerica.


Aggiornato il 23 novembre 2016