Riscaldamento autonomo in condominio: procedure per il distacco

Per installare il riscaldamento autonomo in condominio, staccandosi dal centralizzato, è necessario redigere una perizia tecnica¹.
È utile però, in prima battuta, effettuare un'analisi preliminare sulla fattibilità dell'intervento.


Ottenere il riscaldamento autonomo in condominio è una delle principali ragioni di contenzioso tra condomini.
La riforma del condominio ha chiarito le pratiche necessarie per rendersi autonomi.

È necessario munirsi di una perizia, redatta da un tecnico abilitato², che attesti che l'installazione del riscaldamento autonomo non arrechi un aggravio di spesa a coloro che continuano a fruire del centralizzato, nonché gravi squilibri che compromettano la regolare erogazione del servizio di riscaldamento.

Quali ostacoli al riscaldamento autonomo?


Dal 1 settembre 2013, tutti i nuovi impianti termici, devono essere collegati ad appositi camini o canne fumarie, con sbocco sopra il tetto dell'edificio³.
È possibile derogare
se l'adempimento è incompatibile con le norme di tutela degli edifici o se vi è un'impossibilità tecnica nel realizzare lo sbocco sopra il tetto.

Il divieto di scarico sulla facciata può così rendere impossibile, o estremamente costosa, la scelta di installare il riscaldamento autonomo in condominio.

Quale ruolo ha l'assemblea?

Per realizzare il proprio impianto autonomo il condomino non ha bisogno del via libera dell'assemblea.

Tuttavia l'assemblea può valutare se la perizia sia o meno soddisfacente e richiedere, a sue spese, una nuova perizia.
In caso di contrasto tra le due perizie si potrebbe aprire un pericoloso contenzioso tra le parti.

 

Note:
1 - Così come stabilito dalla sentenza della Cassazione 25 marzo 2004, n.5974
2 - Secondo quanto prescritto dal Dm 37/2008 e 74/2013
3 - Legge 90/2013, conversione del Dl 63/2013

Aggiornato il 19 settembre 2013